In Europa è stata abolita la legge dei blocchi geografici su i siti di e-commerce; ciò significa che, acquistare online, in Europa, diventa senza confini. Ottime notizie per tutti coloro che decidono di fare acquisti online su siti di altri paesi dell’Unione Europea. Infatti, il 3 dicembre 2018 è entrata in vigore la nuova normativa comunitaria sui blocchi geografici – il geoblocking – che, garantisce ai consumatori la libertà di acquistare su e-commerce esteri senza esser necessariamente reindirizzati ai rispettivi portali nazionali. 

 Cosa implica questo divieto di reindirizzamento? In sostanza, un sito e-commerce non può più automaticamente reindirizzare un utente alla sua nazionalità o sede, a una versione del sito diversa da quella in cui l’acquirente vuole accedere. Ciò può essere fatto, invece, a condizione che l’utente abbia dato il suo consenso. Il Regolamento (EU) 302/2018 che abolisce così ogni discriminazione e ogni blocco, “contribuisce alla realizzazione del mercato unico digitale” e “permetterà di supportare lo sviluppo del commercio elettronico transfrontaliero abbattendo blocchi geografici ingiustificati”.  Questo, è quanto dichiarato da Roberto Liscia, Presidente di Netcomm (il Consorzio del Commercio Digitale Italiano) e che ha collaborato alla stesura del testo insieme all’associazione Ecommerce Europe. 
 Guardando un po’ più dall’interno i regolamenti di questa normativa, vediamo, per esempio, che è necessario distinguere tra i soggetti che sono obbligati a rispettare il regolamento del geoblocking da coloro che sono, altresì, beneficiari di tale norma. I soggetti obbligati sono professionisti, pubblici e privati, anche se stabiliti in paesi terzi, che vendono bene ai consumatori europei.
I secondi, invece, sono i clienti che, da consumatori o imprese con nazionalità, residenza o stabilimento in uno Stato membro, acquisteranno in veste di utenti finali. Inoltre, il Regolamento sul geoblocking vieta sì le discriminazioni illecite, ma non obbliga i merchant a praticare prezzi sempre uguali per tutti i clienti europei; infatti, i siti di e-commerce mantengono comunque la possibilità di applicare prezzi diversi a siti destinati a diverse tipologie di clienti o a diversi punti vendita. Naturalmente, tutti i siti devono essere accessibili ai clienti europei con le stesse condizioni dei clienti dello Stato membro. Al fine di evitare discriminazioni verso gli utenti che acquistano online, la normativa stipula che i siti di e-commerce dovranno tenere in considerazione, tra le altre cose, l’indirizzo IP del cliente, l’indirizzo di consegna della merce, la lingua scelta e lo Stato membro di emissione del pagamento. I dati relativi ai volumi di crescita dell’e-commerce europeo sono in costante crescita; questo settore, infatti, vale circa 600 miliardi di euro. A questo proposito, possiamo asserire che l’esigenza di una nuova regolamentazione sui blocchi geografici sia in una certa maniera giustificata, al fine di allargare il mercato online e garantire pari diritti ai consumatori degli Stati membri.